Sostenibilità

Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova persegue la sostenibilità ambientale e nel farlo si caratterizza come un’opera che amplifica lo sviluppo, con benefici per il territorio e la collettività.

Gli impatti positivi dell’opera iniziano ad essere visibili già durante la fase di realizzazione se consideriamo la filiera e l’indotto che genera, sviluppando occupazione e valore.

Nella costruzione della nuova linea sono impegnate centinaia di imprese tra fornitori e subfornitori, in una filiera composta quasi completamente da aziende italiane, distribuite su tutto il Paese e il valore dei contratti lungo tutta la filiera è di oltre 3.8 miliardi di euro. Mentre per la sua realizzazione sono impiegate circa 5.000 persone.

Il Terzo Valico dei Giovi è un progetto pensato e realizzato per essere sostenibile e integrarsi con il territorio, urbano ed extra urbano.

In ogni sua fase viene sempre individuata la soluzione a minor impatto, a partire dai 12 grandi cantieri aperti per la realizzazione dell’opera. Tutti diversi, progettati e realizzati per essere autosufficienti e integrarsi nell’ambiente circostante, sia in pianura che sul valico.

La sostenibilità dell’opera

Il Terzo Valico dei Giovi è un’infrastruttura nevralgica per l’Italia perché apre la strada a nuove possibilità: sostiene la crescita e porta benefici diffusi nel tessuto economico e territoriale di tutto il Paese. A cominciare da Genova, dove i lavori prevedono l’integrazione con il Nodo Ferroviario e il porto della città tramite il recupero e l’adeguamento di opere già esistenti così da ridurre al minimo l’impatto, migliorandone comunque l’efficienza.

Genova e il suo porto diventeranno ancor di più un ingresso privilegiato per le merci e il loro transito dal mare al cuore produttivo dell’Italia.

Per il tessuto produttivo italiano si apriranno nuove possibilità di sviluppo, verso l’Europa e oltre: il Terzo Valico dei Giovi sarà una tratta strategica della linea “Reno-Alpi”, rete ferroviaria europea ad Alta Velocità che collegherà il Mediterraneo al Mare del Nord.

Una volta completato, Il Terzo Valico dei Giovi avrà un impatto importante anche nella riduzione del trasporto su gomma: la struttura dell’opera e l’ampiezza delle gallerie permetteranno il trasporto di camion e di container high cube sui treni merci, riducendo così i consumi energetici e le emissioni di CO2 del 55% rispetto all’attuale trasporto su gomma.

Il trasporto su ferro diventerà più conveniente del trasporto su strada e di quello via mare, rendendo non più necessaria la circumnavigazione di Spagna e Francia per il trasporto delle merci da e per il nord Europa.

La convenienza di una modalità di trasporto più sostenibile è resa ancora più evidente dallo studio condotto dalla Comunità Europea sui costi ambientali del trasporto di merci e persone nelle diverse modalità.

In particolare per le merci lo studio ha permesso di quantificare la variazione dei costi “esterni” all’opera (ovvero quelli ambientali e sociali) in relazione alla modalità di trasporto. Dall’analisi è emerso che mentre il trasporto di una tonnellata di merci su strada costa 8,8 centesimi di euro ogni chilometro, spostando il trasporto della stessa quantità di merce su ferro il costo scende a 1,9 centesimi di euro per chilometro.

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In sostanza, se consideriamo il volume di merci spostate, per trasportare 4 milioni di container standard (TEU) su strada servono circa 1 milione di camion, con un costo stimato di 1,8 milioni di euro ogni km, mentre spostando il trasporto su rotaia sono sufficienti 39.000 treni, per un costo stimato di 390.000 euro a chilometro.

La riduzione dei costi di trasporto va di pari passo con la riduzione delle emissioni di CO2, legate alla ridotta circolazione dei camion. 

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