Questions & Answers

Domande e risposte per chiunque voglia conoscere meglio il nostro progetto

Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova rappresenta un progetto complesso con molti aspetti che possono non essere chiari fin da subito e far nascere dubbi in chi non è un addetto ai lavori. Per questo affrontare in modo trasparente la realizzazione dell’Alta Capacità Veloce è una priorità ed è stata creata questa pagina per raccogliere le domande e relative risposte in merito ai dubbi o alla curiosità degli utenti. Di seguito sono disponibili le risposte ai quesiti che ci sono stati posti.

Se le FAQ hanno soddisfatto solo in parte la curiosità o i dubbi, poni una domanda cliccando QUI

Il Terzo Valico è una nuova linea ad alta capacità veloce che consente di potenziare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa.

L’opera fa parte del Corridoio Reno - Alpi, uno dei Corridoi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network) che collega le regioni europee più densamente popolate e a maggior vocazione industriale.

In coerenza con la strategia di privilegiare modalità di trasporto ecosostenibili, ribadita dall'Unione Europea con l'Iniziativa Faro (COM (2011- 21), l’opera consentirà di trasferire quote consistenti di traffico merci dalla strada alla rotaia con vantaggi per l'ambiente, la sicurezza e l'economia.

L’Unione Europea ha condotto uno studio che mira a rendere uniformi, a livello internazionale, i costi ambientali dei trasporti tra le diversi modalità. È stato così possibile misurare la variazione dei costi esterni (ambientali e sociali) associati al trasporto passeggeri e merci con la deviazione del traffico stradale su ferro. Per quanto riguarda le merci, lo studio stima in 8,8 centesimi di euro il costo associabile al trasporto di una tonnellata/km su strada, mentre nel caso della ferrovia il valore corrispondente è di 1,9 centesimi di euro.

La nuova linea ad alta capacità veloce si sviluppa complessivamente per 53 km, di cui 37 in galleria, e interessa 14 comuni delle province di Genova e di Alessandria e le regioni Liguria e Piemonte.

Il Terzo Valico sarà collegato a Sud – mediante l’interconnessione di Voltri e Bivio Fegino – con la rete ferroviaria del nodo di Genova, per la quale sono in corso importanti lavori di adeguamento funzionale e di potenziamento, nonché con i bacini portuali di Voltri e del Porto storico. A Nord, dalla piana di Novi Ligure, il tracciato si collega alle linee esistenti Genova – Torino (per i flussi di traffico in direzione Torino e Novara/Sempione) e alla linea Tortona – Piacenza (per il traffico in direzione Milano – San Gottardo).

Il Programma delle infrastrutture strategiche (ridimensionato rispetto alla Legge Obiettivo) è incentrato sulla valenza trasportistica delle opere che rispondono all’esigenza di superare i livelli di congestione attuali. Per tale motivo il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova è stato inserito tra le opere strategiche: la nuova linea ad alta capacità veloce è una di quelle opere che consentiranno di migliorare i collegamenti di porti e interporti che continuano a essere privi di sufficienti collegamenti con l’entroterra e con l’Europa.

Per l’Europa è essenziale ottimizzare l’efficacia delle catene logistiche multimodali, incrementando al contempo l’uso di modi di trasporto più efficienti sotto il profilo energetico.

La realizzazione del Terzo Valico, che renderà competitivo il trasporto ferroviario rispetto alle altre modalità, va proprio in questa direzione.

La nuova linea ad alta capacità veloce avrà una pendenza del 12,5 per mille, valore in linea con i più recenti standard progettuali e con l’evoluzione dei moderni mezzi di trazione, mentre la sagoma, ossia l’ampiezza delle gallerie, sarà di molto superiore a quelle delle linee esistenti.

Le linee storiche che partono dal nodo di Genova, invece, hanno caratteristiche prestazionali direttamente collegate agli standard costruttivi dell’epoca in cui sono state realizzate:

  • la “linea dei Giovi”, completata a metà dell‘800, ha una pendenza del 35 per mille, una elevata tortuosità ed è esclusivamente utilizzata dal traffico locale dei viaggiatori e in misura minore dal traffico merci;
  • la linea “Succursale dei Giovi”, completata ai primi del ‘900, ha una pendenza del 17 per mille ed è utilizzata anche dal traffico viaggiatori a lunga percorrenza.

Il Terzo Valico è un progetto europeo che attraverso un sistema infrastrutturale moderno, efficiente e soprattutto rapido, consentirà di collegare le attività del Porto di Genova con il Nord Europa, contribuendo alla creazione di sviluppo e occupazione, agevolando il trasferimento di una consistente quota di traffico merci dalla strada alla ferrovia con benefici per il Paese, enormi vantaggi per l’ambiente e sicurezza per il trasporto.

Il tracciato ferroviario potrà supportare il nuovo piano di sviluppo del Porto di Genova, che ha la vocazione di hub di accesso al Corridoio Genova – Rotterdam. Grazie al Terzo Valico, i traffici merci che dall’Estremo Oriente arrivano nel Mediterraneo potranno scegliere Genova come porto, anziché quelli dei Mari del Nord (Rotterdam e Anversa). Ciò consentirà di abbassare i tempi di viaggio delle merci dagli attuali 5/10 giorni ai 3/5 giorni futuri.

La consistente riduzione del numero di mezzi pesanti che attraverseranno l’Appennino avrà inoltre come conseguenza una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, valutabili in milioni di tonnellate visto che il trasporto su ferrovia è di almeno 4/5 volte meno inquinante del trasporto stradale.

Il confronto con il territorio è stato continuo fin dalla fase di verifica parlamentare sui Progetti Prioritari. Ciò è avvenuto sia nell’ambito del Tavolo Tecnico istituzionale per la scelta del “Corridoio del Terzo Valico”, cui parteciparono le Regioni Piemonte e Liguria e le Provincie di Alessandria e Genova, sia con la Conferenza dei Servizi Istruttoria per l’individuazione del tracciato cui presero parte, oltre ai Ministeri interessati, alle Regioni e alle Provincie, anche i Comuni.

Successivamente, nell’ambito della Legge Obiettivo per l’approvazione del progetto preliminare e definitivo, gli Enti interessati, compresi i Comuni, hanno partecipato alle Conferenze di Servizi istruttorie previste, esprimendo ulteriori pareri e delibere sul progetto, inseriti poi nell’Istruttoria finale del Ministero delle Infrastrutture, approvata nelle sedute del CIPE alle quali hanno anche partecipato le Regioni Piemonte e Liguria.

Nell’ambito dell’approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale, si sono espressi sul progetto del Terzo Valico dei Giovi anche privati e associazioni.

Le attività del Terzo Valico avranno un significativo effetto diretto e indiretto sull’economia locale in termini di servizi aggiuntivi per attività commerciali, servizi, terziario.

L’esperienza maturata nella realizzazione di grandi opere analoghe ha dimostrato il forte impatto positivo in termini sociali ed economici che si genera con la presenza dei lavori, delle molteplici attività connesse e delle migliaia di posti di lavoro distribuiti sul territorio e in ciascun Comune.

Nelle aree interessate dalla realizzazione di grandi opere si registra, infatti, l’attivazione di un nuovo ciclo di domanda di beni e servizi che amplia i benefici socio-economici a un bacino territoriale molto esteso.

Inoltre, l’opera Terzo Valico non è solo la realizzazione della linea ferroviaria ma comprende importanti interventi nei territori interessati, quali ad esempio lavori di adeguamento e di realizzazione di nuove viabilità, nonché interventi su acquedotti/impianti fognari, parcheggi, ecc.

Le viabilità, inizialmente finalizzate alle attività di cantiere, al termine dei lavori verranno mantenute in esercizio consentendo un significativo e definitivo miglioramento del sistema viario esistente. Fra queste rientrano, ad esempio, la nuova viabilità Erzelli – Borzoli – Chiaravagna a Genova, che ha consentito altresì di trasferire il traffico, in particolare quello pesante generato dalle attività produttive presenti nella zona, su un'arteria collegata direttamente al casello autostradale al porto e alla viabilità per l’aeroporto garantendo una maggior sicurezza agli abitanti della zona e una migliore qualità della vita in tali quartieri.

Il soggetto che realizza gli investimenti infrastrutturali ferroviari è il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che opera attraverso Rete Ferroviaria Italiana (RFI), il soggetto proponente dell’opera, e la società di ingegneria Italferr cui spetta l’alta sorveglianza sulla realizzazione del progetto.

Il General Contractor guidato da Webuild e incaricato della progettazione e costruzione del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova è il Consorzio COCIV che risulta composto dalle seguenti società di costruzioni italiane: Webuild (precedentemente Salini Impregilo) (94,999%), Società Italiana Condotte d’Acqua (0,001%), CIV (5%).

Definiti i rapporti contrattuali con RFI, nel novembre 2011, il General Contractor  ha immediatamente attivato i primi incontri con le Organizzazioni sindacali di settore, gli Enti territoriali e le Associazioni di categoria, finalizzati al massimo coinvolgimento dei territori interessati dall’esecuzione dell’opera, sia in termini di assorbimento della manodopera locale, sia per la ricaduta sull’indotto, intesa come sviluppo e incremento delle attività imprenditoriali e commerciali di partecipazione e assistenza alla realizzazione delle opere, ai correlati servizi, al supporto logistico per il numeroso personale operante fuori dalla propria residenza.

Nel maggio 2012 il General Contractor guidato da Webuild, le Organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e le Associazioni di categoria hanno sottoscritto uno specifico Protocollo d’Intesa per la creazione di un sistema di relazione con le associazioni di categoria in merito ai temi della regolamentazione del mercato del lavoro, dell’organizzazione del lavoro nei cantieri e della prevenzione e sicurezza sui luoghi del lavoro, che ha efficacemente consentito il costruttivo dialogo tra le parti nel tempo, sia in Liguria che in Piemonte.

Un’opera complessa come il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova richiede un ampio ventaglio di competenze e soprattutto lavorazioni con tempi di esecuzione differenti. Per questo il livello di occupazione di un progetto così imponente non è un valore fisso, ma una volta avviata la realizzazione c’è stata una progressione graduale delle attività e si è raggiunto un picco massimo di lavoratori occupati, tra personale diretto del Genera Contractor e personale indiretto (sub appaltatori/affidatari), di oltre 5.000 unità, oltre al personale tecnico di coordinamento.

Il personale impiegato nella realizzazione dell’opera viene alloggiato nei dormitori realizzati nei 7 campi base (3 previsti in Liguria e 4 in Piemonte) di servizio ai cantieri e dove sono dislocati gli uffici, le mense e, ove possibile, strutture logistiche e per lo sport.

Il tetto massimo di spesa, riconosciuto a RFI, è pari a 6.900 milioni di euro (Delibera CIPE 84 del 18 novembre 2010).

Per il dettaglio specifico sull’andamento dei lavori consultare la specifica sezione del sito, raggiungibile da questo link.

L‘inserimento delle lavorazioni del Nodo di Genova, inserite nel progetto unico del Terzo Valico per formare il Progetto Unico, è avvenuto con la cerimonia del 20 luglio 2020. È composto sia da opere in sotterraneo che da lavori di adeguamento delle linee esistenti all’aperto. Il Nodo di Genova permetterà il raccordo diretto per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto, consentendo di separare i flussi di traffico dei treni a carattere regionale e metropolitano da quelli a lunga percorrenza con il conseguente incremento di efficienza delle linee esistenti, dovuto anche alla sinergia con la futura linea ad alta capacità veloce del Terzo Valico.

Il CIPE, con la Delibera 80/2006 che ha approvato il progetto definitivo del Terzo Valico, ha richiesto la costituzione di un Osservatorio Ambientale con il compito di valutare sotto il profilo ambientale la realizzazione dell'opera e sovrintendere all'esecuzione del previsto monitoraggio ambientale.

L’Osservatorio Ambientale è composto da rappresentanti del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell'Istituto superiore di sanità, della Regione Piemonte, della Regione Liguria, dell’ARPA Liguria, dell'ARPA Piemonte, della Provincia di Alessandria e della Provincia di Genova.

Al fine di garantire la presenza sul territorio e costituire un fondamentale punto di riferimento per le amministrazioni locali, la sede dell’Osservatorio Ambientale, inizialmente prevista presso il Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della Transizione Ecologica) a Roma, è individuata presso la Prefettura di Alessandria.

Per svolgere tali funzioni l’Osservatorio Ambientale si è dotato di Gruppi di Lavoro tematici, istituiti in relazione a specifiche esigenze del territorio, che esaminano le criticità emerse e propongono soluzioni.

Il CIPE ha posto una particolare attenzione sulla tematica dell’amianto proprio nella delibera di approvazione del progetto definitivo. Sono state attivate procedure precise per rilevare la presenza di tale materiale e adattare le procedure operative.

I campioni di roccia prelevati in fase di indagine geotecnica sono stati analizzati dal CNR – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria presso il Politecnico di Torino – e sono inclusi nel progetto definitivo approvato.

La conclusione dello studio afferma: “In genere la quantità di minerali di amianto è risultata modesta. Le procedure specifiche per determinare la pericolosità nei riguardi del rilascio di fibre hanno evidenziato la loro non pericolosità”.

Il Gruppo di Lavoro, istituito dall’Osservatorio Ambientale a seguito di specifiche esigenze manifestate dal territorio e con il supporto delle Regioni, di ARPA Piemonte e ARPA Liguria, ha redatto il Protocollo di gestione del rischio amianto per il Terzo Valico che definisce le diverse fasi del processo di gestione dell’amianto:

  • Identificazione del fattore di pericolo. In particolare è stato elaborato e condiviso con i geologi di ARPA il modello geologico di riferimento delle aree interessate dai lavori, al fine di individuare preventivamente le zone in cui vi sia il rischio che gli scavi intercettino rocce potenzialmente amiantifere. Al fronte scavo è inoltre garantita la presenza di un geologo che rileva l’effettiva litologia man mano che si procede con l’avanzamento degli scavi;
  • Caratterizzazione dei materiali da scavo e dell’aria in ambiente di lavoro Il Protocollo definisce le modalità e le frequanze di caratterizzazione del contenuto di amianto nei materiali da scavo in funzione delle tecniche di scavo. All’interno delle gallerie è inoltre garantito il monitoraggio dell’amianto aerodisperso con metodica SEM, che consente di segnalare da subito l’eventuale presenza di amianto nell’aria in ambiente di lavoro.  
  • Adozione di misure di protezione e mitigazione. Nel caso di rinvenimento di amianto vengono adottate le misure di prevenzione, protezione collettiva ed individuale commisurate al rischio. Nel documento “codice di scavo”, sottoposto alle ASL e alle ARPA, sono definite le misure per la tutela e la sicurezza dei lavoratori. Nell’ambito del Gruppo di Lavoro “Gestione del rischio amianto” sono state definite le misure di mitigazione da adottare, a tutela dell’ambiente di vita, nella movimentazione, nel trasporto e nel deposito del materiale ai siti di destinazione.
  • Monitoraggi in atmosfera delle fibre aerodisperse nelle aree soggette a possibili esposizioni. È stata implementata una Rete di monitoraggio che prevede l’allocazione di punti secondo diverse cinture: Punti sorgente (imbocco galleria), Prima cintura (recinzioni, accessi al cantiere) e Seconda cintura (ricettori sensibili come centri abitati)

L’adozione del Protocollo di gestione Rischio Amianto per gli scavi delle gallerie del Terzo Valico, prescritto dal Ministero dell’Ambiente, garantisce la corretta gestione di tale rischio e fornisce agli esecutori dell’opera gli strumenti per la migliore realizzazione dei lavori, permettendo loro di informare costantemente gli Enti di controllo, le ARPA e ai cittadini.

Lo Studio di Impatto Ambientale, sulla base della documentazione geologico-strutturale acquisita mediante varie indagini geologiche, ha permesso l’individuazione di tre aree a rischio di isterilimento delle sorgenti (Fegino, Ceranesi, Sottovalle). Per queste aree sono stati progettati acquedotti alternativi che verranno realizzati come delle opere previste dal Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi - Nodo di Genova.

In seguito, il CIPE, con la Delibera 80/2006, ha richiesto di approfondire gli studi e le indagini sul modello idrogeologico di riferimento, con particolare attenzione sulla verifica dell’eventuale isterilimento delle sorgenti di Borlasca.

L’Osservatorio Ambientale ha quindi costituito uno speciale Gruppo di Lavoro Idrogeologia con il supporto delle Regioni Liguria e Piemonte che ha prodotto uno studio accurato sulle sorgenti presenti e su quelle a eventuale rischio isterilimento. Il Gruppo ha definito le necessarie modifiche alle modalità di esecuzione dei lavori e le procedure di monitoraggio qualitativo e quantitativo di tali punti d’acqua sia ante operam, in corso d’opera, post operam.

Il materiale di scavo non viene smaltito come rifiuto, ma a seguito di numerose analisi viene riutilizzato per circa il 30% nella realizzazione delle opere della nuova linea ad alta capacità veloce divenendo una materia prima ad esempio per i rilevati ferroviari o stradali e per il restante 70% per riqualifiche ambientali, relative in gran parte a cave non più in esercizio.

Il materiale di scavo che non può essere riutilizzato nel ciclo produttivo della nuova linea viene destinato ai siti di deposito per recuperi morfologici o riqualificazioni ambientali, come previsto dalle normative vigenti, sempre nel rispetto dei limiti qualitativi relativi ai singoli componenti.

Dove le condizioni logistiche lo hanno permesso, sono stati previsti nastri trasportatori che fanno arrivare il materiale di scavo direttamente al sito di riqualifica, come ad esempio per le finestre di Val Lemme e Cravasco comportando un consistente vantaggio in termini di sostenibilità per via della quasi totale eliminazione del trasporto su gomma nella tratta interessata, con conseguente riduzione di emissioni in atmosfera.

In particolare, lo smarino proveniente dallo scavo della Galleria di Valico, in uscita dalla finestra di Cravasco (pari a circa 1,9 milioni di mc) viene trasferito con nastro trasportatore direttamente presso la cava Castellaro, situata sulla parte opposta della valle, mentre quello in uscita dalla finestra di Vallemme (pari a circa 1,4 milioni di mc) viene trasferito sempre con nastro nella ex Cava Cementir, posta di fronte l’imbocco della finestra stessa.

Dove non è stato possibile individuare un sito di conferimento vicino al cantiere di produzione, il materiale di scavo viene trasportato su gomma seguendo i percorsi individuati nel Piano del Traffico che, essendo incluso nel Piano di Utilizzo delle terre, è stato approvato dalla Commissione Tecnica VIA.

Il tema dell’impatto acustico, sia in fase di realizzazione sia in quella di esercizio della linea, è stato approfondito durante la redazione dello Studio di Impatto Ambientale e successivamente nell’ambito del progetto definitivo.

Sono previsti interventi di mitigazione del rumore mediante interventi attivi e passivi, come ad esempio barriere fonoassorbenti/fonoriflettenti, adozione di dispositivi di segnalazione a rumore bianco, lavorazioni maggiormente impattanti concentrate per quanto possibile nelle ore diurne e interventi diretti sui ricettori sia in fase di costruzione che in fase di esercizio della linea sulle zone residenziali adiacenti.

Le soluzioni di mitigazione sono verificate attraverso il Piano di Monitoraggio Ambientale (campagne di misura ante operam, corso d'opera, post operam), che permette di rilevare eventuali criticità e attuare tempestivamente tutte le azioni correttive necessarie al rispetto di limiti imposti dalle norme.